Il phubbing: un comportamento sempre più diffuso che sta letteralmente rovinando le relazioni amorose e minando la vita di coppia.
In molte occasioni ci ritroviamo a cena fuori con amici o partner, ma anziché concentrarci sulla conversazione e sull’interazione sociale, lasciamo che lo smartphone catturi la nostra attenzione. Sfogliamo i social media, rispondiamo a messaggi e controlliamo la posta elettronica, ignorando le persone intorno a noi. Questo comportamento è noto come “phubbing“, unione delle parole “phone” e “snubbing“, che riflette l’atto di snobbare gli altri a favore del nostro smartphone.
Esistono due ruoli principali coinvolti nel phubbing: il “phubber“, colui che ignora gli altri, e il “phubbee“, colui che viene ignorato. Il fenomeno ha suscitato tanta irritazione che dal 2013 è stata lanciata la campagna “Stop Phubbing”, per ironicamente schernire i “maniaci del telefonino”. Tuttavia, se il phubbing si manifesta all’interno di una relazione di coppia, le conseguenze possono essere drammatiche.
La letteratura ha dimostrato che il partner-phubbing è negativamente correlato alla soddisfazione delle relazioni, poiché l’utilizzo del telefono mentre si è con il partner crea un senso di presenza fisica ma assenza mentale. Questo fenomeno genera una sensazione di “assenza-presenza” o di “stare soli insieme”, poiché la qualità della comunicazione tra i partner risulta essere più importante della quantità di tempo trascorso insieme. Uno studio del 2021 condotto da Beukeboom & Pollmann ha evidenziato gli effetti negativi del phubbing nelle relazioni sentimentali, dimostrando che quanto più il partner-phubbing diminuisce la soddisfazione nella relazione, tanto maggiore diventa il phubbing durante le interazioni, portando a una spirale discendente di qualità della comunicazione e soddisfazione relazionale.
Il phubbing può essere attribuito alla dipendenza da smartphone, caratterizzata da fattori quali l’addiction a internet, la cosiddetta FOMO (la paura di perdere eventi interessanti online) e la mancanza di autocontrollo. Due autori, Chotpitayasunondh e Douglas, hanno analizzato il fenomeno sotto diverse prospettive, distinguendo due scale di impatto: la “Generic Scale of Phubbing” (GSP), che esamina il phubbing su quattro fattori (nomofobia, conflitto interpersonale, autoisolamento e riconoscimento dei problemi), e la “Generic Scale of Being Phubbed” (GSBP), che valuta l’esperienza di essere ignorati su tre fattori (norme percepite, sentirsi ignorati e conflitto interpersonale).
Questo comportamento porta a una riduzione della qualità della comunicazione e del rapporto, con conseguenti effetti negativi sull’umore e sulla percezione di esclusione sociale. Chi subisce il phubbing può sperimentare sensazioni di depressione, ansia, rabbia e solitudine, che portano a un impoverimento delle risorse personali.
È essenziale prendere coscienza dei danni causati dal phubbing e promuovere una maggiore consapevolezza nell’utilizzo degli smartphone nelle relazioni sociali. Combattere questa tendenza potrebbe contribuire a migliorare la qualità delle interazioni umane e a favorire relazioni più soddisfacenti.
Ci sono monete che possono arrivare a valere davvero una fortuna: andiamo a scoprire quali…
Avete 28 milioni di dollari (qualcosa di meno al cambio in euro) per passarvi uno…
La televisione è un mezzo di comunicazione ormai "antico" ma comunque utilizzatissimo. Ma ne facciamo…
L'utilizzo dell'alluminio nel processo di sbrinamento è poco praticato ma serve a rendere l'operazione più…
Jannik Sinner è motivo d'orgoglio per un paese intero (l'Italia, si intende). Ma sapete qual…
Il mercato auto in Italia e nel resto d'Europa: ecco come stanno le cose (e…