Italia, i giovani meridionali lasciano il Sud per il Nord. Giù solo per le vacanze. Continua l’esodo dei laureati e non.
Seguire le proprie inclinazioni è qualcosa di molto importante. Difatti è giusto che i ragazzi si applichino in ciò che ritengono più incline alle loro capacità. Dopo un percorso di studi lungo e faticoso è giusto che giunga una meritata ricompensa. Tuttavia trovare un lavoro che possa corrispondere alle proprie aspirazioni e conforme agli studi seguiti non sempre è così facile.
Si dice spesso che l’Italia non sia un Paese per giovani, e purtroppo è vero. Uno Stato che offre ben poche opportunità, e non tutela i giovani professionisti. Molto giovani, terminato il percorso di studi, dopo sacrifici su sacrifici, si vedono costretti ad accettare proposte di lavoro mal retribuite. In alcuni settori va solo peggio, ed in alcuni casi i neolaureati ripiegano su lavori totalmente differenti dalla tipologia di studi e dai requisiti acquisiti.
Tuttavia c’è da dire che, per quanto l’Italia non sia un Paese per giovani, il Sud sia ancora meno un posto per giovani. Se sei nato nelle regioni meridionali, ed hai studiato sino a raggiungere la laurea, con molta probabilità deciderai di lasciare la terra di origine. E così che il Mezzogiono diviene il luogo del ritorno, delle vacanze estive e delle abbuffate natalizie. Al Sud si fa ritorno solo per poco, perché è il Nord che offre lavoro ed un futuro migliore.
L’emigrazione interna è stato un fenomeno che ha interessato l’Italia a partire dagli anni 60, quando i meridionali si spostavano verso le aree del triangolo industriale, in cerca di un destino migliore. Tuttavia nel corso di questo sessantennio le cose non sono affatto cambiate. Il Nord continua ad essere il luogo in cui poter sperare di trovare un lavoro è più semplice.
Ogni anno, infatti, 100 mila persone nate e cresciute in Campania, Puglia, Calabria o Sicilia scelgono di spostarsi verso le regioni centro- meridionali. Un vero e proprio esodo con tanto di trolley e pianti delle madri sulle stazioni, con la fatica di trovare la casa in una nuova città. E mentre il Nord continua ad offrire una piccola, forse minima dose di sogni, il Sud, quello del mare e del sole, si spopola. Tuttavia in questo esodo che sa di storico, facendo ripensare agli anni 60, c’è qualcosa di nuovo.
Un nuovo report sui dati dell’emigrazione interna evidenzia che, a lasciare il Meridione, sono soprattutto i giovani laureati. Fra il 2001 ed il 2021 il numero di migranti laureati che da giù si spostava verso su è triplicato. Un dato non trascurabile, che evidenzia quanto nel corso degli anni la situazione economico-sociale delle aree del Sud Italia sia peggiorata. I profili di coloro che decidono, con problematiche annesse e connesse, di fare la valigia e lasciare la terra natale, corrispondono a quelli di giovani laureati, stanchi e frustati di contratti sottopagati.
Ma perché l’Italia non riesce ad andare avanti? Perché la questione meridionale, seppure risalente agli anni post-unitari, è ancora così tanto, troppo attuale nel nostro Paese? Un quesito alla quale ancora nessuno riesce a dare una valida risposta. Eppure, nonostante la progressiva regressione delle regioni meridionali, il Mezzogiorno resta sempre e comunque indietro, aggrappandosi solo alla retorica delle bellezze paesaggistiche, del calore delle persone e della buona cucina. Ed è così che le migliori menti scappano lontano, lasciando una terra che a loro ha saputo solo dare lavori sottopagati e non tutelati.
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