Il burnout è un problema da non sottovalutare: può rovinarci la vita. Ecco come riconoscerlo e come salvarsi da questo gravissimo stato
Ogni persona ha una sua soglia di sopportazione, un punto di non ritorno, che faremmo bene a non superare, per evitare conseguenze imprevedibili, forse anche gravi, sulla nostra salute psicofisica. Nei tempi moderni che viviamo si chiama “burnout”: ecco come capire quando siamo sull’orlo di cedere.
I ritmi della società moderna, del resto, sono difficili da reggere. A prescindere dalla professione e dal lavoro che svolgiamo, la pressione, lo stress, la velocità con cui dobbiamo effettuare ogni azione e adempiere ad ogni compito, non può che ripercuotersi negativamente sulla nostra salute mentale. E, se non stiamo bene sotto il profilo mentale, è assai probabile che, a cascata, anche il nostro corpo possa risentirne.
Il burnout è una forma di stress da lavoro, che può essere passeggera, dovuta a periodi particolarmente intensi che ciascuno di noi vive, ma che può anche diventare cronica. Colpisce in particolare chi svolge assistenza (si pensi a medici e infermieri). Ma anche i liberi professionisti, che per guadagnare non devono fermarsi mai, neanche nei giorni di festa. Gli esperti hanno individuato quattro fasi di burnout, che sono contraddistinti da sintomi ben precisi. Ecco come riconoscerle, per poter intervenire prima che sia troppo tardi.
Come ogni aspetto della nostra vita, anche la psicologia ha delle evoluzioni e si adegua alle nuove problematiche imposte dalla società. Per questo, negli ultimi anni, gli studiosi hanno concentrato molte risorse sullo studio delle fasi del burnout, andando a individuarne quattro. Entusiasmo idealistico, Stagnazione, Frustrazione, Disimpegno.
La fase dell’Entusiasmo idealistico è la prima che viviamo, quando fremiamo, siamo motivati, vogliamo far vedere di cosa siamo capaci e ci mettiamo tutte le energie che abbiamo. Ben presto, però, notiamo come il lavoro sia più pesante e difficile di quanto potessimo immaginare. E così, ci sentiamo stanchi e sopraffatti dal lavoro, incapaci di trovare un giusto equilibrio tra vita professionale e vita privata. Le energie fisiche e mentali iniziano a scarseggiare.
Segue la fase della Stagnazione, in cui, a fronte di tanto e stancante lavoro, vediamo che i risultati sono esigui e/o sicuramente inferiori rispetto alle attese. Subentra quindi in sentimento di impotenza, perché abbiamo investito tanto, sacrificando anche attività personali, familiari e amicali, senza avere granché in cambio.
Automatica, dunque, la comparsa della terza fase: quella della Frustrazione, in cui lo stress non è più circoscritto solo a una determinata fase, ma diventa cronico. Iniziamo a odiare il nostro lavoro, a considerarlo inutile, a sentirci ingannati se pensiamo a quanto fossimo entusiasti inizialmente. Rabbia e risentimento la fanno da padrone, non solo nei nostri stessi confronti, ma anche verso capi e colleghi di lavoro. Le relazioni interpersonali iniziano a diventare davvero difficili.
Infine, la quarta fase, il punto di non ritorno di cui parlavamo prima: il Disimpegno. Vengono meno attenzione, creatività, efficienza e non abbiamo più voglia di stare in mezzo alla gente. E non parliamo solo dei rapporti con i colleghi, ormai deteriorati, ma anche con le persone a noi vicine. Iniziamo a pensare di voler lasciare il lavoro.
Tra i sintomi più comuni: stanchezza, noia, insonnia, inappetenza, nausea, dolori in varie parti del corpo, tachicardia e vertigini, senso di insicurezza e senso di colpa, ma anche nervosismo, aggressività e problemi a relazionarsi con gli altri. Come si vede, problemi sia di natura fisica, che psicologica. In questo caso, anzi, molto prima di arrivare a questo, il nostro consiglio, forte, è quello di affidarvi a un percorso psicoterapeutico con professionisti del settore.
Ci sono monete che possono arrivare a valere davvero una fortuna: andiamo a scoprire quali…
Avete 28 milioni di dollari (qualcosa di meno al cambio in euro) per passarvi uno…
La televisione è un mezzo di comunicazione ormai "antico" ma comunque utilizzatissimo. Ma ne facciamo…
L'utilizzo dell'alluminio nel processo di sbrinamento è poco praticato ma serve a rendere l'operazione più…
Jannik Sinner è motivo d'orgoglio per un paese intero (l'Italia, si intende). Ma sapete qual…
Il mercato auto in Italia e nel resto d'Europa: ecco come stanno le cose (e…