Ondata di caldo inaspettata colpisce i turisti: gettati a quintali, crescono le preoccupazioni e l’urgenza di trovare una soluzione rapida.
In queste ultime settimane, l’ondata di caldo torrido ha messo in ginocchio l’Italia, con temperature fuori dalla norma che hanno creato problemi sotto molti aspetti alla popolazione, ed anche alla natura e agli animali. E la Nasa ha proprio in queste ore confermato che luglio 2023 è stato il più caldo da migliaia di anni.
Il caldo sta mettendo a forte rischio la limonicoltura della Costa d’Amalfi, con i limoni che stanno cadendo a terra prima ancora di essere raccolti, generando una preoccupante situazione economica per le aziende agricole della regione. A lanciare l’allarme è Confagricoltura Salerno, che ha sottolineato le ripercussioni finanziarie che ne conseguono.
Secondo il presidente provinciale di Confagricoltura, Antonio Costantino, i produttori stanno vivendo un periodo difficile a causa dei prezzi bassi dei limoni, che oscillano tra i 60 e i 70 centesimi al chilogrammo. Questi prezzi non solo rendono difficoltoso coprire le spese di produzione, ma hanno anche portato all’indecisione dei grossisti, i quali non ritirano i limoni a causa della mancanza di domanda. Il Consorzio di tutela, da parte sua, sembra non essere in grado di negoziare con i grossisti e la grande distribuzione, rendendo la situazione ancora più critica per gli agricoltori locali.
Limoni gettati a quintali per ondata di caldo: preoccuopazioni dei turisti
Il presidente del Consorzio di Tutela “Limone Costa d’Amalfi IGP,” Angelo Amato, ha risposto prontamente a queste accuse, smentendo categoricamente che i limoni della Costa d’Amalfi rischino di sparire. Egli ritiene che l’annuncio lanciato sia eccessivamente allarmista e potrebbe danneggiare gravemente il settore agricolo. Amato ha sottolineato che i problemi derivano principalmente dai fattori climatici avversi, come le abbondanti precipitazioni seguite da un’intensa ondata di calore, che hanno messo a dura prova la coltivazione dei limoni. Ha anche riconosciuto che l’elevata quantità di limoni maturati simultaneamente ha influito negativamente sui prezzi di mercato, ma ha precisato che questa è una dinamica comune nella libera competizione economica.
Per far fronte alle difficoltà, il Consorzio di Tutela sta già lavorando in collaborazione con l’Università degli studi di Salerno per individuare soluzioni a lungo termine. L’obiettivo è preservare e migliorare la qualità dei prodotti agricoli, considerando le mutate condizioni climatiche degli ultimi tempi. Riguardo alle problematiche specifiche del territorio, il Consorzio sta collaborando con gli organi competenti per trovare soluzioni tempestive e adeguate alle esigenze della limonicoltura in Costa d’Amalfi.
Condizioni critiche per la limonicultura
È fondamentale, secondo Amato, evitare di propagare l’idea che la coltivazione dello sfusato d’Amalfi non sia più redditizia. Tale convinzione potrebbe danneggiare un settore vitale per l’intera area, considerando che la produzione annua di limoni raggiunge le 100 mila tonnellate e coinvolge ben 300 imprese agricole. La limonicoltura è un motore economico e occupazionale essenziale per la regione, contribuendo significativamente all’indotto locale.
In conclusione, la limonicoltura della Costa d’Amalfi sta affrontando una difficile sfida a causa delle condizioni climatiche avverse e dei prezzi del mercato. Tuttavia, grazie alla collaborazione con enti accademici e alle iniziative promosse dal Consorzio di Tutela, si spera di trovare soluzioni sostenibili per preservare e rafforzare un settore agricolo fondamentale per l’economia e la comunità locale.