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Sleep banking: che cos’è e perché può farti sentire più riposato

Published by
Kati Irrente

Se soffri di insonnia o comunque il tuo sonno è spesso interrotto e riposi male potresti giovare dello sleep banking. Ecco come funziona.

Sappiamo tutti quanto riposare poco e male possa incidere in maniera molto negativa sulla qualità della propria vita. Dormire poco e male, giorno dopo giorno, porta inevitabilmente ad un calo di attenzione e a un deficit delle prestazioni fisiche e cognitive. Senza escludere l’irritabilità emotiva che può generare anche problemi nelle relazioni sociali con i familiari o i colleghi di lavoro.

Sleep banking e strategie per riposarsi anche senza dormire – miurradionetwork.it

Ma lo sleep bankig potrebbe essere la strategia giusta per bilanciare il deficit di sonno e recuperare, almeno in parte, il riposo perduto. In cosa consiste? Andiamo a scoprirlo insieme.

Come funziona esattamente lo sleep banking

Secondo la neurobiologa Allison Brager, esperta del sonno e dei ritmi circadiani, già autrice di “Meathead: Unraveling the Athletic Brain”, il sonno è paragonabile a un conto in banca. La metafora della studiosa è spiegata così. Dal conto tu puoi togliere o mettere denaro, più ne togli, più ne dovrai versare per stare in equilibrio e non andare in rosso.

Allo stesso modo, puoi organizzare le ore di sonno in modo da dormire di più in alcuni giorni, quando hai la possibilità di pianificarlo per esempio, in modo tale da risultare riposato in quel dato giorno in cui sai che dovrai necessariamente dormire di meno. Ad esempio perché ti devi alzare presto per andare a prendere un aereo, ecc.

Sleep banking, come riposare anche senza dormire – miurradionetwork.it

Appare interessante che, come riporta Cbsnews, ben 30 studi pubblicati condotti in laboratorio e sul campo presso il Walter Reed National Military Medical Center hanno supportato questo concetto. In sostanza i risultati mostrano che le persone che dormono un’ora in più ogni giorno hanno meno conseguenze negative il giorno in cui è prevista la privazione del sonno.

Naturalmente, avere una buona igiene del sonno, che consiste nel poter godere di un sonno costante per almeno sette ore o più ogni notte, è l’obiettivo finale e l’opzione più salutare, ma lo sleep banking può aiutare durante i periodi in cui ci si trova in difficoltà. Brager afferma che la “regola d’oro” per ottenere benefici è concedersi un’ora o un’ora e mezza in più di sonno notturno, quando possibile.

Se non è possibile, l’esperta suggerisce altre due strategie per lo sleep banking. Nei fine settimana o in altri giorni in cui hai più tempi di inattività, dai la priorità a “dormire il più possibile” per recuperare il sonno perso e dare spazio al riposo per ricaricarsi. E poi sfrutta il pisolino. Solo 20 minuti di pausa al giorno possono essere molto efficaci.

Kati Irrente

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